Libro letto: Le notti bianche di F. Dostoevskij


Non ho né competenza né cultura sufficiente per recensire un libro, tant'è che non lo farò, ma l'altra sera l'ho letto e mi piaceva poter esprimere una mia opinione. I letterati facili allo sbigottimento, evitino pure la lettura delle castronerie che seguiranno.
Perché ho scelto di leggerlo? Il titolo mi andava a genio ( soffro d'insonnia da anni). Ho letto il nome dell'autore: Dostoevskij. Già è difficile scriverlo, figurarsi a capirlo, mi sono detta. Ma  curiosa ho scorso le prime righe (incipit, le chiamano così):
"Era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore. Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che, guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto un simile cielo persone irritate e capricciose?"
Come fare a resistere dopo parole così belle? L'ho letto tutto d'un fiato; sono bastate poche ore perché il testo è scritto in maniera scorrevole e comprensibile. Bello il racconto che narra la storia di quattro notti vissute dai due protagonisti nella città di Pietroburgo: il sognatore e la giovanissima Nasten'ka. La figura maschile, romantica, abile solo nelle parole e nei sogni eroici, simile a un malinconico Pierrot, si contrappone a quella dell'amato  dalla fanciulla che, invece ha piedi ben piantati per terra e prima di chiederla in sposa  decide di partire per Mosca in cerca di fortuna poiché non ha una posizione solida. La ragazza lo attende un anno ma è spaventata all'idea di essersi illusa inutilmente e confida i propri timori al sognatore, al quale basteranno poche parole di lei per innamorarsene a sua volta.
Della trama ho apprezzato l'aspetto gentile e cavalleresco dei due uomini che avevano a cuore la felicità di Nasten'ka e un po' meno la punta di opportunismo che mi è sembrato di percepire nel comportamento della ragazza. Nella quarta notte infatti, quando i timori che aveva le sembreranno fondati, è subito pronta ad accettare la corte del sognatore.
Non ne faccio una questione di morale, per carità, forse solo di tempi, di modi...Può essere che l'autore  avesse una visione realmente disincantata delle donne? Non so spiegarmi il motivo ma nel caso mi dispiacerebbe...
 
LP
 


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