Recensioni vaganti!


Nell'ultimo week-end, con famiglia al seguito, mentre passeggiavo per le vie del centro,  sono stata sorpresa da una piccola tormenta che ha costretto tutti a cercare riparo sotto i portici di Cannobio, sul lago Maggiore.  Vista l'ora di punta, ognuno era speranzoso di trovare anche un posto a tavola,  nei tanti locali dislocati in bell'ordine di fronte all'antico imbarcadero e la ricerca non è stata facile, data la moltitudine di avventori.  Con un po' di fortuna, in un vicolo nascosto ai più, siamo riusciti a trovare una trattoria a gestione familiare che ci ha consentito di passare due ore tranquille, fra assaggi, chiacchiere e buon umore, in attesa che il tempo migliorasse.
Ci ha colpito la premura con la quale siamo stati accolti. In fretta hanno cercato un tavolo disponibile e in assenza di posto nella sala principale interna, sono riusciti a sistemare una tavola d'emergenza adiacente l'entrata. Il proprietario, di origini calabresi, era giustamente orgoglioso della sua regione e della sua cucina e ci ha proposto un assaggio di prodotti locali che si sono rivelati deliziosi. Per la prima volta ho assaggiato una bruschetta all'nduja che ho scoperto essere squisita. Ogni regione italiana ha le sue specialità, non esistono gare si sa, ma il calore e la simpatia con la quale siamo stati seguiti è tipica del sud: di un sud onesto, genuino e generoso che tanto ci piace. La serata dunque, è proseguita nel migliore dei modi fino al caffè, all'amaro gentilmente offertoci e a piccole confidenze al momento dei saluti. Ritorneremo sicuramente.
Il problema, se così vogliamo definirlo, si è creato a casa, quando cercando via internet il sito del locale mi sono imbattuta in una recensione che ho giudicato cattiva e maleducata. Il signor Vattelapesca, sulla trattoria in questione (che non cito perché potrebbe sembrare pubblicità occulta) scrive: "sono stato a Pasqua e abbiamo mangiato davvero male...cibo calabrese vomitevole che non siamo stati in grado di digerire vergognatevi!"
Vergognatevi???  Sono allibita. Ma come si permette, questo tizio, di sfogare la sua evidente frustrazione infangando  il lavoro di un'intera famiglia? Perché non esistono regole sul come recensire un posto? Davvero, in nome della libertà di parola, tutto è permesso?  La libertà di parola e opinione non corrisponde alla libertà d'insulto. E' sacrosanto che se non apprezzi un particolare tipo di cucina e vuoi comunicarlo al mondo intero sei libero di farlo, ma, signor Vattelapesca, con i dovuti modi per piacere! Sicuramente avrebbe sortito maggior effetto una frase del tipo: "sono stato a Pasqua nel tal locale e non ho apprezzato la cucina calabrese che a me risulta difficile digerire." Bene, un'opinione legittima, sarebbe stato onesto, pulito, un giudizio come tanti... Invece l'uso del " vergognatevi" m'è sembrato volgare e gratuito. Di grazia, di cosa si dovrebbero vergognare i gestori? Di averla servita? Di averla rifocillata e di averla trattata amichevolmente? Non ha apprezzato ed è libero di rivolgersi altrove, la prossima volta, ma qui l'unico a doversi vergognare è lei, cafone senza speranza!
 
LP

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